Porticus Aemilia

Porticus Aemilia

foto @Eleni Kouri - elenikouri.com

Strettamente collegata al nuovo porto fluviale costruito alla fine del III sec. a.C. a sud dell'Aventino, la Porticus Aemilia fu un vasto complesso di magazzini situato nella zona retrostante l'Emporium, una piazza destinata al mercato delle merci. Il suo nome deriva dai suoi costruttori, Marco Emilio Lepido e Lucio Emilio Paolo, vissuti nel 190 a.C.

Caratteristiche dell'edificio:

Edificio di tufo, lungo circa 490 metri e largo 55, con una superficie utile di 25.000 metri quadrati; era posizionato tra via Marmorata e via B.Franklin. Il suo utilizzo era destinato come ambienti di immagazzinaggio (Horrea).

La struttura era suddivisa da 295 pilastri che generavano 50 navate di circa 8 metri ciascuna; all'epoca, l'edificio declinava verso il fiume Tevere in quattro "navate" in modo tale da far penetrare la luce in ognuna di esse attraverso le grandi aperture posizionate sopra di esse.

Ad oggi, non vi sono testimonianze dei moli e delle scale verso il fiume, ma nei dintorni di via rubattino sono visibili imponenti resti delle mura. Le imponenti strutture superstiti ancora visibili tra le vie Rubattino e Franklin offrono un'idea seppur parziale della grandiosità dell'edificio, che le pareti in opera incerta di tufo con spigoli e archivolti in tufelli regolari, rivelano come l'esempio più precoce di tale tecnica costruttiva a Roma.

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